Norme tecniche di attuazione del Piano Operativo

Art. 42. Territorio urbanizzato consolidato

1. Esso è costituito da:

  • - Morfotipi urbani della Città Storica
    • a) TS.1 - Morfotipo urbano storico compatto
    • b) TS.2 - Morfotipo storicizzato
  • - Morfotipi urbani della Città Contemporanea
    • - Morfotipi urbani a prevalente funzione residenziale e mista
      • c) TR.3 - Morfotipo ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali
      • d) TR.4 - Morfotipo delle urbanizzazioni contemporanee di edilizia pianificata
      • e) TR.5 - Morfotipo puntiforme
      • f) TR.6 - Morfotipo a tipologie miste
      • g) TR.7 - Morfotipo delle urbanizzazioni contemporanee sfrangiato di margine
      • h) TR12 - Morfotipo a piccoli agglomerati minori
    • - Morfotipi della città produttiva e specialistica
      • i) TPS.1 - Morfotipo delle urbanizzazioni contemporanee a proliferazione produttiva
      • j) TPS.2 - Morfotipo a piattaforme produttive – commerciali – direzionali
      • k) TPS.3 - Insule specializzate

42.1. Morfotipo urbano storico compatto – TS.1

1. Il morfotipo TS.1 è caratterizzato da tessuti compatti di matrice storica medioevale, organizzati prevalentemente in relazione alla morfologia orografica e alla fase di territorializzazione basso medievale in cui sono state realizzate le città di murate a cura della Repubblica fiorentina. Il margine è sovente ben definito dalla cinta muraria ed è può essere in contatto o con il territorio rurale, o con aree cuscinetto a carattere rurale e o con le aree di espansione successive. Tali tessuti è più difficile riscontrarli nei centri minori. Le strutture edilizie sono edificate con cortina edilizia prevalentemente continua ed edifici allineati al fronte stradale. E’ forte il rapporto diretto con la strada e la presenza di mixitè funzionale adeguata, con collocazione di servizi ai piani terra degli edifici. E’ possibile riscontrare la presenza di edifici con funzioni specialistiche. Il tipo edilizio prevalente è abbastanza omogeneo con edifici pluripiano in linea di differenti altezze.

2. Il morfotipo TS.1 è classificato “zona omogenea A” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue per il seguente morfotipo i seguenti obiettivi specifici:

  • a) tutelare la struttura della cortina muraria continua lungo strada incrementando nel contempo la dotazione e la qualità dei servizi, della rete di spazi pubblici e del verde urbano;
  • b) mantenere e creare dei varchi nella cortina edilizia continua per favorire l’utilizzo pubblico e semipubblico degli spazi interni con la creazione di una rete continua di spazi fruibili (percorsi ciclopedonali, ecc.);
  • c) progettare la “rete degli spazi pubblici”, in connessione ai servizi a scala di quartiere localizzati ai piani terra degli edifici, prevedendo la trasformazione delle aree aperte presenti (marciapiedi, slarghi, parcheggi, ecc) come occasioni per incrementare la dotazione e la qualità della rete dello spazio pubblico e del tessuto connettivo ciclo-pedonale.

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) residenziali
  • b) turistico ricettive
  • c) commerciali al dettaglio limitatamente agli esercizi di vicinato
  • d) direzionali e di servizio
  • e) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali purché compatibili con la residenza e con il contesto insediativo ed ambientale e qualora non nocive, non inquinanti o rumorose
  • f) pubbliche o di interesse pubblico.
  • g) centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie, chiese ed altri edifici per servizi religiosi

5. Ogni tipo di intervento all’interno del TS.1 dovrà osservare le seguenti prescrizioni:

  • a) Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, nel rispetto della classificazione di cui al precedente articolo 27, devono:
    • - conservare i caratteri architettonici, tipologici ed ambientali presenti;
    • - utilizzare materiali, tecniche e colori tradizionali, tipo intonaco a calce e pittura silossanica, pietra, tetti a falde con pendenze limitate e manti di copertura in cotto, tinteggiature a calce nei colori che caratterizzano le preesistenze;
    • - le canne fumarie esterne ed i comignoli dovranno essere in rame, e/o rivestiti in muratura, possibilmente ubicati in posizioni tergali e non sui fronti principali, fatta salva la possibilità di ubicazione su fronti principali qualora sia dimostrata l’impossibilità tecnica di soluzioni alternative;
  • b) l'installazione sulla copertura del tetto di impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile a servizio degli edifici e/o delle unità immobiliari è consentita a condizione che i pannelli (solari, fotovoltaici) siano realizzati a completa integrazione architettonica privilegiando soluzioni innovative che possano anche garantire una minore occupazione della copertura degli edifici ricorrendo a tecnologie che meglio si adattino all'architettura dell'edificio nel rispetto della salvaguardia delle visuali e degli scorci panoramici dai quali sia visibile la copertura;
  • c) le pavimentazioni esterne dei resedi e delle terrazze aperte dovranno rispettare le caratteristiche delle preesistenze e comunque essere realizzati sempre con materiali e tipologie costruttive tradizionali;
  • d) in caso di frazionamento e/o mutamento delle destinazioni d’uso, non sono ammesse unità immobiliari residenziali inferiori a 50 mq di Superficie Utile (SU).
  • e) È ammessa la realizzazione di manufatti pertinenziali nella misura massima di 10 mq di SE e un’altezza utile (HU) non superiore a 2,40 ml, per unità immobiliare, ma ciò esclusivamente in assenza di opere pertinenziali già esistenti. Tali manufatti non dovranno essere realizzati in aderenza all’edificio principale né sul fronte principale. Dovranno essere utilizzati materiali e finiture coerenti con quelli dell’edificio principale e nel rispetto dei caratteri architettonici e storico-culturali degli edifici e del contesto.
  • f) Nell’ipotesi di manufatti impropri esistenti all’interno del resede di riferimento, è ammessa, previa loro demolizione, la realizzazione di manufatti pertinenziali aventi superficie utile pari a quella esistente demolita con l’osservanza di quanto previsto alla precedente lettera e);
  • g) È vietata la realizzazione di terrazze a tasca.

42.2. Morfotipo storicizzato – TS.2

1. Il morfotipo TS.2 è caratterizzato da tessuti continui a bassa o media densità con lotti residenziali disposti lungo le diramazioni viarie lineari, generati da un’arteria stradale di scorrimento o di distribuzione locale. Il tessuto lineare si sviluppa prevalentemente da aggregazioni insediative storiche del morfotipo TS.1 attestate su percorsi fondativi di connessione tra centri urbani. In molti casi la matrice storica è riconoscibile, sia per la rilevanza di manufatti di valore architettonico, sia per il rapporto diretto tra edificio e strada. Negli sviluppi successivi anche se la matrice storica (strada fondativa) è ancora riconoscibile (ma solo dal punto di vista topografico), la tipologia edilizia prevalente è quella della casa con duplicazione sui retri. Tale tessuto è collocato al centro delle espansioni urbane più compatte, oppure rappresenta il centro stesso dell’insediamento innervato a partire dalle principali direttrici stradali. Il margine urbano è rappresentato o dagli spazi tergali verso il territorio rurale o dagli spazi tergali rivolti verso i tessuti storici o contemporanei. Nei tessuti di matrice storicizzata la destinazione è prevalentemente residenziale ma sono presenti anche funzioni diverse dalla residenza (per lo più servizi di vicinato). Il tipo edilizio prevalente è rappresentato da edifici in linea pluripiano di modeste altezze (mediamente tre piani fuori terra).

2. Il morfotipo TS.2 è classificato “zona omogenea A” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) Tutelare la struttura ad isolati, chiusi o semichiusi, incrementando nel contempo la dotazione e la qualità dei servizi, della rete di spazi pubblici e del verde urbano, e riqualificare le relazioni funzionali, visive e paesaggistiche tra gli insediamenti e la campagna, prevedendo, anche per le edificazioni stradali esistenti, il mantenimento o l’apertura di varchi;
  • b) evitare la saturazione delle corti e spazi interni con interventi di nuova edificazione;
  • c) evitare l’inserimento di architetture fuori scala e monofunzionali specialistiche;
  • d) mantenere e creare dei varchi nella cortina edilizia continua per favorire l’utilizzo pubblico e semipubblico degli spazi interni con la creazione di una rete continua di spazi fruibili (percorsi ciclopedonali, ecc.);
  • e) progettare la “rete degli spazi pubblici”, in connessione ai servizi a scala di quartiere localizzati ai piani terra degli edifici, prevedendo la trasformazione delle aree aperte presenti (marciapiedi, slarghi, parcheggi, ecc) come occasioni per incrementare la dotazione e la qualità della rete dello spazio pubblico e del tessuto connettivo ciclo-pedonale.
  • f) Progettare la delocalizzazione degli edifici produttivi dismessi o sottoutilizzati.
  • g) riprogettare il “bordo costruito” con azioni di qualificazione paesaggistica valorizzando gli elementi costitutivi degli ambiti periurbani là dove identificati
  • h) Migliorare i fronti urbani (prospetti tergali) verso lo spazio agricolo a filtro con il nucleo medioevale, là dove presente, chiudendo alcune maglie per dare unitarietà all’edificato.
  • i) Progettare il complesso degli spazi aperti interni alla frangia periurbana, come strategia per il miglioramento dello spazio aperto urbano periferico creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica con gli spazi verdi della cintura verde a filtro con il territorio urbanizzato (ambiti periurbani là dove identificati).

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) residenziali
  • b) turistico ricettive
  • c) commerciali al dettaglio limitatamente agli esercizi di vicinato
  • d) direzionali e di servizio
  • e) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali purché compatibili con la residenza e con il contesto insediativo ed ambientale e qualora non nocive, non inquinanti o rumorose
  • f) pubbliche o di interesse pubblico.
  • g) centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie, chiese ed altri edifici per servizi religiosi

5. Ogni tipo di intervento all’interno del TS.2 dovrà osservare le seguenti prescrizioni:

  • a) per gli interventi sugli edifici esistenti valgono le disposizioni di cui al precedente articolo 42.1, comma 5 salvo quanto di seguito specificato;
  • b) in caso di frazionamento e/o mutamento delle destinazioni d’uso, non sono ammesse unità immobiliari residenziali inferiori a 60 mq di Superficie Utile (SU).
  • c) quando consentiti dalla classificazione dell'edificio, di cui al precedente articolo 27, sono ammessi ampliamenti una tantum fino al 15% della Superficie Edificata (SE) esistente;
  • d) gli interventi di TIPO E e di TIPO F di cui ai precedenti articoli 25 e 26, quando ammessi dalla classificazione dell’edificio di cui al precedente articolo 27, devono essere accompagnati da una progettazione estesa a tutta l'area di pertinenza e con l’obbligo di non superare le altezze degli edifici preesistenti o se superiori degli edifici limitrofi;
  • e) gli interventi di TIPO F e di TIPO H, di cui al precedente articolo 26, devono prevedere il riordino e la bonifica delle pertinenze.

42.3. Morfotipo ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali – TR.3

1. Il morfotipo TR.3 si caratterizza per la sua densità variabile, propria delle espansioni dagli anni ’50/‘60 in poi, organizzati in isolati irregolari per forme e dimensioni, con cortina edilizia discontinua ed edifici anche isolati su lotto e/o caratterizzati da edifici in blocchi di diverse forme e volumetrie, collocati su lotti con geometrie e dimensioni diversificate, con ampi spazi di pertinenza, distribuiti tra superfici di servizio all’edificio (accessi carrabili e corti di servizio) e spazi semi pubblici sistemati a verde o pavimentati. La maglia è strutturata con assi di attraversamento e percorsi di distribuzione interna irregolare. Tali tessuti sono posizionati in prossimità della città storica come seconda corona di espansione.
Nel centro urbano principale sono a contatto con i tessuti ad isolato chiuso, mentre nei centri minori spesso sono a diretto contatto con la città storica o storicizzata. Tale tessuto è riscontrabile anche in casi di espansioni lineari e in aree periurbane o di confine. Il margine è anche rappresentato da una strada o dalla ferrovia. Nei casi di interventi inglobati da edificato tale strada pone in relazione tale tessuto con gli altri tipi di urbanizzazione.
Il rapporto con la strada è mediato dagli spazi pertinenza che circondano gli edifici. Sono presenti i servizi ai piani terra e gli edifici specialistici, ma frequentemente la dotazione di funzioni di servizio alla residenza ed il grado di complessità funzionale risulta comunque carente. Il tipo edilizio è caratterizzato da blocchi o da stecche, ma disomogeneo per la varietà di forme e gli edifici isolati si localizzano senza regole ordinative su lotti di forme e geometrie irregolari.

2. Il morfotipo TR.3 è classificato “zona omogenea B” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) conferire dimensione urbana a partire dalla dotazione e dalla qualità dei servizi e della rete degli spazi pubblici e definire un disegno urbano compiuto, cercando di conferire al tessuto una nuova identità e centralità urbana dal punto di vista morfologico, funzionale e sociale;
  • b) rileggere e riprogettare allineamenti, tracciati, relazioni con la strada e la rete degli spazi aperti;
  • c) dotare i tessuti insediativi di servizi adeguati e attrezzature specialistiche, realizzando anche nuove centralità e aree attrezzate ad elevata specializzazione, accessibili dalla città e dallo spazio periurbano;
  • d) ricostruire le relazioni con la città e con lo spazio aperto periurbano (agricolo o naturale);

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) residenziali
  • b) turistico ricettive
  • c) commerciali limitatamente agli esercizi di vicinato per il settore alimentare ed alle medie strutture di vendita fino a 300 mq di superficie di vendita per il settore non alimentare
  • d) direzionali e di servizio
  • e) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali purché compatibili con la residenza e con il contesto insediativo ed ambientale e qualora non nocive, non inquinanti o rumorose
  • f) pubbliche o di interesse pubblico
  • g) centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie, chiese ed altri edifici per servizi religiosi

Gli usi non residenziali sono consentiti solo se compatibili con la funzione abitativa, ovvero quando non generano inquinamenti, non siano nocive, non siano rumorose e non recano molestia alle residenze.

5. Ogni tipo di intervento all’interno del TR.3 dovrà osservare le seguenti prescrizioni:

  • a) nel rispetto di quanto previsto dalla classificazione dell’edificio, di cui al precedente articolo 27, qualora siano consentiti interventi pertinenziali di cui all’articolo 28.3 questi sono attuabili nel limite dell’Indice di Copertura (IC) del 50%;
  • b) quando consentiti dalla classificazione dell'edificio, di cui al precedente articolo 27, sono ammessi ampliamenti una tantum fino al 20% della Superficie Edificata (SE) esistente;
  • c) per gli interventi definiti da specifici progetti norma di cui al successivo articolo 43 valgono i parametri dimensionali e le tipologie indicati nell’Allegato B - Schede Norma alle Norme Tecniche di Attuazione;
  • d) in caso di frazionamento e/o mutamento delle destinazioni d’uso, non sono ammesse unità immobiliari residenziali inferiori a 60 mq. di Superficie Utile (SU);
  • e) le destinazioni commerciali, di servizio e artigianali, sono consentite solo ai locali siti ai piani terra;
  • f) nell’ipotesi di edifici aventi destinazione d’uso diversa da quanto indicato al comma 4 sono ammessi gli interventi che non eccedono il TIPO D1 di cui al precedente articolo 25.

42.4. Morfotipo delle urbanizzazioni contemporanee di edilizia pianificata – TR.4

1. Il morfotipo TR.4 è organizzato in lotti di grandi dimensioni con disegno omogeneo derivante da un progetto unitario, caratterizzato dalla ripetizione dello stesso tipo edilizio a blocchi, o da una composizione di tipi edilizi, isolato su lotto e arretrato dal fronte stradale. I blocchi residenziali sono sistemati conformemente al progetto su lotti di forme e geometrie pianificate. Tale tessuto è posizionato spesso in aree periurbane, o come quartiere satellite dei centri maggiori. Il margine è ben definito sia nei casi di interventi inglobati da edificato che nei casi di contatto con aree aperte, ed è rappresentato da una strada. Le relazioni con il territorio aperto sono assenti. Il rapporto con la strada è mediato dagli spazi di pertinenza che circondano gli edifici, e che sono abitualmente posti in diretta relazione con gli spazi aperti ad uso pubblico. Gli spazi pubblici ed aperti presentano un grado di organizzazione adeguato a strutturare una rete. In molti casi il progetto prevede l’inserimento di edifici destinati ad ospitare funzioni pubbliche e servizi. Spesso però la dotazione di servizi alla scala di quartiere e di funzioni accessorie alla residenza è scarsa o assente. Il tessuto si presenta con una netta strutturazione viaria elementare, ma molte volte disgiunta e addirittura giustapposta a quella dei tessuti vicini. Tipo edilizio a blocchi o stecche, nella maggior parte dei casi di dimensioni maggiori rispetto a quello tipico dei tessuti limitrofi, isolato su lotto e arretrato dal fronte stradale. Dal punto di vista morfotipologico è progettato con regole compositive e tipologiche autonome e risulta decontestualizzato sia da preesistenti trame agrarie sia dai caratteri del tessuto urbano circostante.

2. Il morfotipo TR.4 è classificato “zona omogenea B” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) attivare progetti di riqualificazione e di rigenerazione urbana orientati a valorizzare e favorire la qualità e riconoscibilità dell’architettura contemporanea e la qualità degli spazi aperti urbani, congiuntamente alla realizzazione di nuove relazioni funzionali, ambientali e paesaggistiche tra il presente tessuto e i tessuti adiacenti, la città ed il territorio rurale;
  • b) incentivare la qualità degli interventi di architettura e ristrutturazione urbanistica ed edilizia nei linguaggi della contemporaneità ed attivare occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo (efficienza e produzione energetica, qualità dei fronti urbani);
  • c) costruire permeabilità tra città e campagna valorizzando e creando relazioni e rapporti di continuità spaziale, visuale e percettiva tra spazio aperto urbano e campagna periurbana (coni visivi e connessioni in chiave paesaggistica);
  • d) realizzare o recuperare aree attrezzate specializzate, accessibili dalla città e dallo spazio periurbano, conferendogli il ruolo di nuove centralità urbane;
  • e) Riprogettare il margine urbano con interventi di qualificazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e extraurbano, ridisegnare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, fasce alberate, orti, frutteti e giardini periurbani).

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) residenziali
  • b) turistico ricettive
  • c) commerciali limitatamente agli esercizi di vicinato per il settore alimentare ed alle medie strutture di vendita fino a 300 mq di superficie di vendita per il settore non alimentare
  • d) direzionali e di servizio
  • e) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali purché compatibili con la residenza e con il contesto insediativo ed ambientale e qualora non nocive, non inquinanti o rumorose
  • f) pubbliche o di interesse pubblico.
  • g) centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie, chiese ed altri edifici per servizi religiosi

Gli usi non residenziali sono consentiti solo se compatibili con la funzione abitativa, ovvero quando non generano inquinamenti, non siano nocive, non siano rumorose e non recano molestia alle residenze.

5. Ogni tipo di intervento all’interno del TR.4 dovrà osservare le seguenti prescrizioni:

  • a) per gli interventi sugli edifici esistenti valgono le disposizioni di cui al precedente articolo 27 salvo quanto indicato dal presente comma;
  • b) per gli interventi definiti da specifici progetti norma di cui al successivo articolo 43 valgono i parametri dimensionali e le tipologie indicati nell’Allegato B - Schede Norma alle Norme Tecniche di Attuazione;
  • c) in caso di frazionamento e/o mutamento delle destinazioni d’uso, non sono ammesse unità immobiliari residenziali inferiori a 60 mq. di Superficie Utile (SU);
  • d) le destinazioni commerciali, di servizio e artigianali, sono consentite solo ai locali siti ai piani terra;
  • e) per il periodo di permanenza delle attività non consentite nel presente morfotipo sono ammessi gli interventi che non eccedono il TIPO D1 di cui al precedente articolo 25;

6. Nell’ipotesi di assenza di specifiche schede norma, gli interventi di TIPO H di cui al precedente articolo 26, possono comportare un aumento della Superficie Utile abitabile dell’unità immobiliare di riferimento nel limite del 20% della Superficie Edificata (SE) esistente. Gli interventi di addizione volumetrica non devono comportare superfetazioni, ovvero parti non organiche con i caratteri tipologici dell’edificio esistente, ed essere realizzati nel rispetto dell’impianto complessivo, della tipologia e dei caratteri architettonici dell’edificio nonché del contesto di riferimento esito di una progettazione unitaria.

42.5. Morfotipo puntiforme – TR.5

1. Il morfotipo TR.5 è caratterizzato da tessuti a bassa densità, localizzati ai margini degli insediamenti, caratterizzati da edifici mono e bifamiliari, o comunque edifici pluripiano di modeste altezze, isolati su lotto e circondati da pertinenze private liberamente sistemate a verde o pavimentate e separate da recinzioni di vario genere. La formazione di tali tessuti avviene prevalentemente per addizioni singole con debole o assente organizzazione in isolati e con parziale o assente gerarchizzazione dei percorsi viari. Hanno un rapporto con la strada non diretto ma mediato dagli spazi di pertinenza prevalentemente privati e recintati. Totale prevalenza di funzioni residenziali e assenza di spazi pubblici e di servizi.

2. Il morfotipo TR.5 è classificato “zona omogenea B” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) promuovere un progetto di paesaggio urbano capace di generare uno spazio urbano poroso a partire da un tessuto a bassa densità, conferendo all’insediamento una chiara matrice urbana e nel contempo valorizzando il passaggio e le relazioni da campagna a città;
  • b) progettare il margine urbano con azioni di mitigazione paesaggistica, mantenimento e valorizzazione dei varchi visivi e ridefinizione dei retri urbani;
  • c) utilizzare lo spazio della campagna periurbana come risorsa per il miglioramento (qualitativo e quantitativo) dello spazio aperto pubblico creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica;
  • d) riprogettare lo spazio urbano e pubblico esplorando le potenzialità esistenti (direttrici viarie principali, slarghi, parcheggi, marciapiedi, aree non costruite, brandelli di tessuto agricolo interclusi) per creare connessioni funzionali e percettive nel tessuto, con la città e con il territorio aperto;
  • e) dotare il tessuto di “boulevards urbani”, trasformando le direttrici viarie principali in “assi attrezzati” dotati di funzioni pubbliche o accessorie alla residenza.

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) residenziali
  • b) turistico ricettive
  • c) direzionali e di servizio
  • d) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali purché compatibili con la residenza e con il contesto insediativo ed ambientale e qualora non nocive, non inquinanti o rumorose
  • e) pubbliche o di interesse pubblico.
  • f) centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie, chiese ed altri edifici per servizi religiosi

Gli usi non residenziali sono consentiti solo se compatibili con la funzione abitativa, ovvero quando non generano inquinamenti, non siano nocive, non siano rumorose e non recano molestia alle residenze.

5. Ogni tipo di intervento all’interno del TR.5 dovrà osservare le seguenti prescrizioni:

  • a) per gli interventi sugli edifici esistenti valgono le disposizioni di cui al precedente articolo 27 salvo quanto indicato dal presente comma;
  • b) per gli interventi definiti da specifici progetti norma di cui al successivo articolo 43 valgono i parametri dimensionali e le tipologie indicati nell’Allegato B - Schede Norma alle Norme Tecniche di Attuazione;
  • c) in caso di frazionamento e/o mutamento delle destinazioni d’uso, non sono ammesse unità immobiliari residenziali inferiori a 60 mq. di Superficie Utile (SU);
  • d) le destinazioni di servizio e artigianali, sono consentite solo ai locali siti ai piani terra;
  • e) per il periodo di permanenza delle attività non consentite nel presente morfotipo sono ammessi gli interventi che non eccedono il TIPO D1 di cui al precedente articolo 25;

6. Nell’ipotesi di assenza di specifiche schede norma, gli interventi di TIPO H di cui al precedente articolo 26, possono comportare un aumento della Superficie Utile abitabile dell’unità immobiliare di riferimento nel limite del 20% della Superficie Edificata (SE) esistente. Tali interventi non devono comportare superfetazioni, ovvero parti non organiche con i caratteri tipologici dell’edificio esistente, ed essere realizzati nel rispetto dell’impianto complessivo, della tipologia e dei caratteri architettonici dell’edificio nonché del contesto di riferimento esito di una progettazione unitaria.

42.6. Morfotipo a tipologie miste – TR.6

1. Il morfotipo TR.6 è organizzato da tessuti a densità variabile, localizzati in aree urbane o periurbane, caratterizzati dalla compresenza di attività secondarie e terziarie, sia produttive e commerciali, che direzionali, con attrezzature di interesse collettivo e quote di residenza. Il tessuto risulta frammentario e disomogeneo, con lotti di forma e dimensione disparata, ancorché spesso esito di interventi unitari pianificati. Rispetto alla mixitè dei tessuti storici dove il tessuto produttivo si inserisce nella struttura compatta degli isolati urbani, nelle urbanizzazioni contemporanee il tessuto misto, date le esigenze dimensionali e tipologiche delle strutture produttive (con ampie aree non edificate di servizio alle attività di produzione-commercio) e la loro bassa qualità architettonica, è caratterizzato dalla rottura di qualsiasi relazione compositiva fra tessuto produttivo e residenziale, con il risultato di un’urbanizzazione caotica e di un paesaggio urbano di bassa qualità. Tale tessuto è collocato prevalentemente in aree periurbane, al confine degli insediamenti, ma non è raro riscontrarlo all’interno dell’area urbana, soprattutto negli insediamenti di dimensioni maggiori. Il margine non è chiaramente definito, ed è rappresentato nella maggioranza dei casi da infrastrutture/strade di collegamento, piazzali di servizio, depositi, parcheggi. Rapporto con la strada spesso non definito, talvolta diretto talvolta mediato da spazi di pertinenza prevalentemente privati e recintati. Alta complessità funzionale. Assenza o carenza di spazi pubblici, spesso limitati ad aree destinate al parcheggio. Tipi edilizi diversificati per tipologia e dimensione, con destinazioni funzionali talvolta incompatibili, disposti senza ordine o regola l’uno accanto all’altro.

2. Il morfotipo TR.6 è classificato “zona omogenea B” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) attivare progetti di rigenerazione urbana, privilegiando interventi unitari complessi, capaci di incidere sulla forma urbana, indirizzandoli alla sostenibilità architettonica, sociale, energetica e ambientale, e connotandoli dal punto di vista dell’architettura e del disegno urbanistico complessivo;
  • b) incentivare la qualità degli interventi di architettura e ristrutturazione urbanistica ed edilizia nei linguaggi della contemporaneità, privilegiando interventi unitari complessi;
  • c) prevedere interventi di dismissione e sostituzione di edifici produttivi con edifici utili ad ospitare funzioni civiche o destinate alla collettività o funzioni ambientali. Attivare occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo;
  • d) eliminare i fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico;
  • e) ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo dello spazio pubblico e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • f) riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità) tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • g) favorire la depermeabilizzazione della superficie asfaltata;
  • h) verificare ed attuare strategie di densificazione dei tessuti, prevedendo nel contempo interventi di ristrutturazione e demolizione degli edifici esistenti;
  • i) Attuare strategie di rilocalizzazione della attività produttive incompatibili in aree dedicate alla produzione.

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) residenziali
  • b) turistico ricettive
  • c) commerciali limitatamente agli esercizi di vicinato per il settore alimentare ed alle medie strutture di vendita fino a 300 mq di superficie di vendita per il settore non alimentare
  • d) direzionali e di servizio
  • e) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali purché compatibili con la residenza e con il contesto insediativo ed ambientale e qualora non nocive, non inquinanti o rumorose
  • f) pubbliche o di interesse pubblico.
  • g) centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie, chiese ed altri edifici per servizi religiosi

Gli usi non residenziali sono consentiti solo se compatibili con la funzione abitativa, ovvero quando non generano inquinamenti, non siano nocive, non siano rumorose e non recano molestia alle residenze.

5. Ogni tipo di intervento all’interno del TR.6 dovrà osservare le seguenti prescrizioni:

  • a) per gli interventi sugli edifici esistenti valgono le disposizioni di cui al precedente articolo 27 salvo quanto indicato dal presente comma;
  • b) per gli interventi definiti da specifiche schede norma di cui al successivo articolo 43 valgono i parametri dimensionali e le tipologie indicati nell’Allegato B - Schede Norma alle Norme Tecniche di Attuazione;
  • c) in caso di frazionamento e/o mutamento delle destinazioni d’uso, non sono ammesse unità immobiliari residenziali inferiori a 60 mq. di Superficie Utile (SU);
  • d) le destinazioni commerciali, di servizio e artigianali, sono consentite solo ai locali siti ai piani terra;
  • e) per il periodo di permanenza delle attività non consentite nel presente morfotipo sono ammessi gli interventi che non eccedono il TIPO D1 di cui al precedente articolo 25;

6. Nell’ipotesi di assenza di specifiche schede norma, gli interventi di TIPO H di cui al precedente articolo 26, possono comportare un aumento della Superficie Utile abitabile dell’unità immobiliare di riferimento nel limite del 20% della Superficie Edificata (SE) esistente. Tali interventi non devono comportare superfetazioni, ovvero parti non organiche con i caratteri tipologici dell’edificio esistente, ed essere realizzati nel rispetto dell’impianto complessivo, della tipologia e dei caratteri architettonici dell’edificio nonché del contesto di riferimento esito di una progettazione unitaria.

42.7. Morfotipo delle urbanizzazioni contemporanee sfrangiato di margine – TR.7

1. Il morfotipo TR.7 è caratterizzato da insediativi a bassa densità con cui gli insediamenti si innescano disordinatamente nel territorio rurale, caratterizzati da una crescita incrementale per singoli lotti, prevalentemente localizzati e dipendenti da un asse viario preesistente sul quale sono strutturati percorsi a pettine di accesso dedicati, sovente inseriti nella trama agraria preesistente. La caratteristica saliente è la frammentarietà ed incompletezza di tali espansioni, tanto da non essere percepite come tessuti, ma come sfrangiamenti della città nel territorio rurale. Tale tessuto è collocato ai margini delle espansioni urbane più compatte dei centri maggiori o delle espansioni insediative dei centri minori. Assenza di margine urbano. Rapporto con la strada spesso non definito, talvolta diretto talvolta mediato dagli spazi di pertinenza prevalentemente privati e recintati. Destinazione prevalentemente residenziale e quasi ovunque impianto non completo e casuale ed assenza di spazi pubblici e servizi. Il tipo edilizio prevalente è caratterizzato da edifici mono e bifamiliari ed edifici pluripiano di modeste altezze isolati su lotto. Raramente edifici a blocco o stecche.

2. Il morfotipo TR.7 è classificato “zona omogenea B” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) attivare progetti di paesaggio con interventi sul margine urbano anche di riqualificazione o rigenerazione, sugli spazi pubblici, sulle relazioni con la città da un lato ed il territorio aperto dall’altro, finalizzando gli interventi alla trasformazione di un tessuto amorfo di case in un quartiere a bassa densità in stretta relazione con il territorio aperto adiacente;
  • b) bloccare i processi di dispersione insediativa. Riprogettare il “bordo costruito” con azioni di qualificazione paesaggistica e insediativa, anche tramite l’istituzione di una “cintura verde” periurbana che qualifichi in senso multifunzionale (orti, frutteti, giardini, percorsi fruitivi, parchi agricoli) il passaggio dalla città alla campagna;
  • c) migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, completando e rendendo continue alcune maglie frammentate per dare unitarietà all’edificato;
  • d) Progettare il complesso degli spazi aperti interni alla frangia periurbana, come strategia per il miglioramento dello spazio aperto urbano periferico, creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica e ambientale con gli spazi verdi della “cintura” e dell’aperta campagna e con la città compatta;
  • e) riprogettare e valorizzare le aree intercluse o libere come spazi pubblici integrati, flessibili e multiuso, destinandoli ad attività agricolo/ricreative, orti urbani, parchi, giardini, ecc. connettendoli con percorsi di mobilità dolce alla “cintura verde” periurbana;
  • f) dotare lo spazio periferico di servizi alla scala di quartiere.

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) residenziali
  • b) turistico ricettive
  • c) direzionali e di servizio
  • d) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali purché compatibili con la residenza e con il contesto insediativo ed ambientale e qualora non nocive, non inquinanti o rumorose
  • e) pubbliche o di interesse pubblico.
  • f) centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie, chiese ed altri edifici per servizi religiosi

Gli usi non residenziali sono consentiti solo se compatibili con la funzione abitativa, ovvero quando non generano inquinamenti, non siano nocive, non siano rumorose e non recano molestia alle residenze.

5. Ogni tipo di intervento all’interno del TR.7 dovrà osservare le seguenti prescrizioni:

  • a) per gli interventi sugli edifici esistenti valgono le disposizioni di cui al precedente articolo 27 salvo quanto indicato dal presente comma;
  • b) per gli interventi definiti da specifici schede norma di cui al successivo articolo 43 valgono i parametri dimensionali e le tipologie indicati nell’Allegato B - Schede Norma alle Norme Tecniche di Attuazione;
  • c) in caso di frazionamento e/o mutamento delle destinazioni d’uso, non sono ammesse unità immobiliari residenziali inferiori a 60 mq. di Superficie Utile (SU);
  • d) le destinazioni di servizio e artigianali, sono consentite solo ai locali siti ai piani terra;
  • e) per il periodo di permanenza delle attività non consentite nel presente morfotipo sono ammessi gli interventi che non eccedono il TIPO B di cui al precedente articolo 25;

6. Nell’ipotesi di assenza di specifiche schede norma, gli interventi di TIPO H di cui al precedente articolo 26, possono comportare un aumento della Superficie Utile abitabile dell’unità immobiliare di riferimento nel limite del 20% della Superficie Edificata (SE) esistente. Tali interventi non devono comportare superfetazioni, ovvero parti non organiche con i caratteri tipologici dell’edificio esistente, ed essere realizzati nel rispetto dell’impianto complessivo, della tipologia e dei caratteri architettonici dell’edificio nonché del contesto di riferimento esito di una progettazione unitaria.

42.8. Morfotipo a piccoli agglomerati minori – TR.12

1. Il morfotipo TR.12 è caratterizzato da nuclei di piccola dimensione, borghi in territorio rurale, esclusivamente residenziali e di nuova edificazione diffusi sul territorio. Talvolta nati come espansione di insediamenti rurali. Tessuto prevalentemente residenziale a bassa densità, che si struttura sul territorio seguendo logiche funzionali in totale assenza di relazioni con il contesto rurale. Formazione solo in parte pianificata con crescita incrementale per singoli lotti. Caratteristica saliente è la rottura dei legami con il territorio rurale e le sue funzioni socio-produttive e la trasformazione del tessuto insediativo rurale in modelli di tipo urbano. Rapporto con la strada mediato dagli spazi di pertinenza prevalentemente privati e recintati, sistemati a verde o pavimentati. Destinazione prevalentemente residenziale e bassa dotazione di spazi pubblici e servizi. Tipo edilizio prevalente della casa uni-bifamiliare e del piccolo condominio isolato su lotto nei casi di destinazione residenziale. Piccoli capannoni isolati nel caso di destinazione produttivo-commerciale, direzionali e ad uso specialistico. Tale tessuto è diffuso nel territorio rurale, sia in continuità con i tessuti urbani che verso il territorio rurale, per lo più come insediamento satellite. Nella maggior parte dei casi non esiste un margine definito.

2. Il morfotipo TR.12 è classificato “zona omogenea B” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) bloccare questa forma di urbanizzazione e riqualificare gli insediamenti discontinui verso una rete di piccoli centri urbani con dotazione di servizi;
  • b) arrestare il processo di dispersione insediativa, bloccando il consumo di suolo agricolo;
  • c) promuovere progetti di polarizzazione urbana (spazi pubblici servizi) nei nuclei più densi e progetti di delocalizzazione degli edifici singoli sparsi nel tessuto rurale a carattere produttivo o residenziale, verso aree specialistiche e urbane (i capannoni delocalizzati nelle aree produttive esistenti; abitazioni in nuclei urbani da densificare);
  • d) realizzare spazi pubblici e inserire servizi per la residenza nel rispetto dei caratteri compositivi e tecnologici della ruralità;
  • e) utilizzare nei processi di trasformazione, recupero e riqualificazione edilizia forme e materiali ecocompatibili con l’ambiente;
  • f) provvedere alla conservazione, recupero e restauro dell’edilizia rurale monumentale e diffusa e recuperare la continuità, anche visiva e percettiva, dei tracciati storici extra-urbani.

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) residenziali
  • b) turistico ricettive
  • c) commerciali limitatamente agli esercizi di vicinato
  • d) direzionali e di servizio
  • e) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali purché compatibili con la residenza e con il contesto insediativo ed ambientale e qualora non nocive, non inquinanti o rumorose
  • f) pubbliche o di interesse pubblico.
  • g) centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie, chiese ed altri edifici per servizi religiosi

Gli usi non residenziali sono consentiti solo se compatibili con la funzione abitativa, ovvero quando non generano inquinamenti, non siano nocive, non siano rumorose e non recano molestia alle residenze.

5. Ogni tipo di intervento all’interno del TR.7 dovrà osservare le seguenti prescrizioni:

  • a) per gli interventi sugli edifici esistenti valgono le disposizioni di cui al precedente articolo 27 salvo quanto indicato dal presente comma;
  • b) per gli interventi definiti da specifici progetti norma di cui al successivo articolo 43 valgono i parametri dimensionali e le tipologie indicati nell’Allegato B - Schede Norma alle Norme Tecniche di Attuazione;
  • c) in caso di frazionamento e/o mutamento delle destinazioni d’uso, non sono ammesse unità immobiliari residenziali inferiori a 60 mq. di Superficie Utile (SU);
  • d) le destinazioni di servizio e artigianali, sono consentite solo ai locali siti ai piani terra;
  • e) per il periodo di permanenza delle attività non consentite nel presente morfotipo sono ammessi gli interventi che non eccedono il TIPO D1 di cui al precedente articolo 25;

6. Nell’ipotesi di assenza di specifiche schede norma, gli interventi di TIPO H, di cui al precedente articolo 26, possono comportare un aumento della Superficie Utile abitabile dell’unità immobiliare di riferimento nel limite del 20% della Superficie Edificata (SE) esistente. Gli interventi di addizione volumetrica non devono comportare superfetazioni, ovvero parti non organiche con i caratteri tipologici dell’edificio esistente, ed essere realizzati nel rispetto dell’impianto complessivo, della tipologia e dei caratteri architettonici dell’edificio nonché del contesto di riferimento esito di una progettazione unitaria.

42.9. Morfotipo delle urbanizzazioni contemporanee a proliferazione produttiva – TPS.1

1. Il morfotipo TPS.1 è caratterizzato da tessuto prevalentemente produttivo e/o commerciale con lotti di capannoni di grandi e medie dimensioni disposti lungo un’arteria stradale di scorrimento, in pianura, fondovalle e/o su riviera fluviale, su un solo lato dell’arteria o su entrambi, spesso d’ingresso ai centri abitati, caratterizzati da una crescita incrementale per singoli lotti. In alcuni casi i lotti edificati risultano radi e intervallati da aree libere, in altri la disposizione lungo strada dei capannoni ha generato un ispessimento ed un’iterazione del principio insediativo fino alla saturazione dei lotti. Talvolta sono presenti lotti residenziali isolati inglobati. Tessuti in netta discontinuità con il tessuto urbano circostante e con il territorio rurale. Il margine è talvolta assente e talvolta è costituito da una strada di servizio che da un lato affaccia direttamente sul territorio rurale. La strada funziona da fulcro attrattore e asse di orientamento con gli edifici disposti perpendicolarmente ad essa. Rapporto con la strada mediato dagli spazi di pertinenza recintati e prevalentemente pavimentati, adibiti a funzioni complementari alla produzione. Spesso l’accesso ai singoli lotti è diretto sulla strada, anche se ad alto scorrimento. Destinazione esclusivamente commerciale/produttiva, con presenza sporadica di residenze nate a servizio delle attività produttive. Totale assenza di spazi pubblici, fatto salvo i piazzali adibiti a parcheggio. Talvolta sono presenti minimi servizi legati ai lavoratori che gravitano nell’area. Tipo edilizio prevalente del grande capannone prefabbricato, isolato su lotto e arretrato rispetto al fronte stradale, con assetti di facciata spesso variati e individualizzanti.

2. Il morfotipo TPS.1 è classificato “zona omogenea D” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) riqualificare gli insediamenti produttivi ricostruendo le relazioni urbanistiche, ambientali e paesaggistiche tra il tessuto produttivo e il territorio rurale e tra il tessuto produttivo e la città;
  • b) impedire ulteriori processi di edificazione lungo le strade;
  • c) progettare il margine con il territorio aperto prevedendo interventi di qualificazione paesistica;
  • d) riutilizzare i capannoni dismessi per la riqualificazione urbanistica, ambientale e architettonica.
  • e) provvedere alla messa in sicurezza della viabilità.

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) artigianale e industriale
  • b) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali
  • c) commerciale all'ingrosso e depositi
  • d) commerciale fino alla media distribuzione di vendita
  • e) direzionali e di servizio
  • f) attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico se compatibili con le destinazioni produttive
  • g) residenze dei titolari, gestori o custodi dell'attività

Le destinazioni commerciali non possono superare complessivamente il 20% della SE totale sull’intero comparto produttivo di riferimento.

5. Nel presente morfotipo sono ammessi i seguenti interventi edilizi:

  • - tutti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente fino al TIPO G di cui al precedente articolo 26;
  • - gli incrementi di SU ove ammessi per il singolo edifico potranno essere attuati fino ad un massimo del 20% della SE esistente alla data di adozione del Piano Operativo e nel rispetto delle distanze minime e delle altezze massime dei fabbricati.

6. E’ ammessa la realizzazione di una residenza dei titolari, gestori o custodi dell’attività, fino ad un massimo di 120 mq di SE per unità produttiva. Ai fini dell’applicazione della presente disposizione occorre che la SE, per la parte produttiva di riferimento, da realizzare o esistente non sia inferiore ai 1.000 mq. L’intervento è subordinato alla stipula di un atto unilaterale d’obbligo con il quale l’avente titolo si impegni a non alienare separatamente l’alloggio dall’immobile produttivo.

7. Nei tessuti TPS.1 le previsioni del Piano Operativo si attuano mediante intervento diretto fatti salvi i seguenti casi:

  • - quando si renda necessaria la realizzazione di opere di urbanizzazione, nel qual caso è prescritto il progetto unitario convenzionato,
  • - per gli interventi di TIPO G, di cui al precedente articolo 26, per i quali è prescritto il piano di recupero.

8. Negli interventi di TIPO E e di TIPO F, di cui ai precedenti articoli 25 e 26, e nelle ipotesi di ampliamento è prescritto il riordino delle aree pertinenziali e la riqualificazione dei margini con il territorio rurale con adeguati interventi di sistemazione paesaggistica.

42.10. Morfotipo a piattaforma produttive - commerciali - direzionali – TPS.2

1. Il morfotipo TPS.2 è caratterizzato da aree specializzate per grandi attrezzature, destinate all’insediamento di funzioni specialistiche, commerciali/produttive e servizi di interesse locale e territoriale autonome e separate dal contesto urbano di riferimento. Possono essere inglobati nelle aree urbane o localizzati all’esterno degli insediamenti, la caratteristica è comunque la giustapposizione e l’assenza di relazioni con il contesto urbano o ambientale in cui sono inseriti. Il margine è netto, i tessuti sono spesso recintati. Destinazione esclusivamente commerciale/produttiva, con presenza sporadica di residenze nate a servizio delle attività produttive. Totale assenza di spazi pubblici, fatto salvo i piazzali adibiti a parcheggio. Talvolta sono presenti minimi servizi legati ai lavoratori che gravitano nell’area. Rapporto con la strada di solito assente fatto salvo l’accesso all’insediamento. Prevalentemente complessi monofunzionali specialistici. Tipologie di insediamento molto diversificate e specifiche in base al tipo di funzione da insediare.

2. Il morfotipo TPS.2 è classificato “zona omogenea D” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.

3. Il Piano Operativo, in recepimento di quanto indicato dal PSIM, persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • a) integrare i tessuti nei contesti urbani e rurali/naturali con interventi di inserimento e mitigazione paesaggistica;
  • b) creare relazioni con il contesto urbano di riferimento (riqualificare gli accessi alla città, ecc.);
  • c) progettare il margine con il territorio rurale attraverso gli interventi mirati alla salvaguadia di varchi e visuali;
  • d) mascherare con vegetazione idonea i margini e curare paesaggisticamente il rapporto visivo con il contesto;
  • e) incrementare la superficie a verde disimpermeabilizzando il suolo soprattutto in corrispondenza delle aree parcheggio e degli altri spazi aperti;
  • f) sfruttare le superfici pavimentate e le coperture di edifici, tettoie, ecc per la produzione di energie alternative.

4. Nel presente morfotipo sono consentite le seguenti destinazioni:

  • a) artigianale e industriale
  • b) artigianali di servizio, di produzione di beni artistici e/o tradizionali
  • c) commerciale all'ingrosso e depositi
  • d) commerciale fino alla media distribuzione di vendita
  • e) direzionali e di servizio
  • f) attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico se compatibili con le destinazioni produttive
  • g) residenze dei titolari, gestori o custodi dell'attività
  • h) impianti solari per la produzione di energia.

Le destinazioni commerciali non possono superare complessivamente il 50% della SE totale sull’intero comparto produttivo di riferimento.

5. Nel presente morfotipo sono ammessi i seguenti interventi edilizi:

  • - tutti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente fino al TIPO I di cui al precedente articolo 26;
  • - gli incrementi di Superficie Utile (SU) ammessi nella misura massima del 20% della Superficie Edificata (SE) esistente alla data di adozione del Piano Operativo possono essere attuate nel rispetto dei seguenti parametri:
    • - Indice di Copertura massimo (IC) = 50%
    • - Indice di Edificabilità Fondiaria (IF) = 0,60 mq / mq
    • - Altezza Massima del fronte (Hmax) = 10 ml
    • - Parcheggi privati = 10 mq / 100 mc
    • - Distanza minima tra fabbricati = 10 ml
    • - Distanza minima dalle strade pubbliche = 10 ml
    • - Superficie permeabile minima = 25%

6. E’ ammessa la realizzazione di una residenza dei titolari, gestori o custodi dell’attività, fino ad un massimo di 120 mq di SE per unità produttiva. Ai fini dell’applicazione della presente disposizione occorre che la SE, per la parte produttiva di riferimento, da realizzare o esistente, non sia inferiore ai 1.000 mq. L’intervento è subordinato alla stipula di un atto unilaterale d’obbligo con il quale l’avente titolo si impegni a non alienare separatamente l’alloggio dall’immobile produttivo.

7. Nei tessuti TPS.2 le previsioni del Piano Operativo si attuano mediante intervento diretto fatti salvi i seguenti casi:

  • - quando si renda necessaria la realizzazione di opere di urbanizzazione, nel qual caso è prescritto il progetto unitario convenzionato,
  • - per gli interventi di TIPO G, di cui al precedente articolo 26, per i quali è prescritto il piano di recupero.

8. Negli interventi di TIPO E e di TIPO F, di cui ai precedenti articoli 25 e 26, e nelle ipotesi di ampliamento è prescritto il riordino delle aree pertinenziali e la riqualificazione dei margini con il territorio rurale con adeguati interventi di sistemazione paesaggistica.

42.11. Insule specializzate – TPS.3

1. Il morfotipo TPS.3 è caratterizzato da aree specializzate per grandi attrezzature, destinate all’insediamento di funzioni specialistiche e servizi di interesse locale e territoriale autonome e separate dal contesto urbano di riferimento. Comprendono i complessi scolastici, i servizi privati di interesse pubblico, i servizi di livello sovracomunale (Protezione Civile), le aree sportive e l’Outlet di Barberino store e grandi strutture commerciali isolate. Si caratterizzano per essere dei complessi monofunzionali specialistici con rapporti con la strada di solito assenti fatto salvo l’accesso all’insediamento. Le tipologie di insediamento sono molto diversificate e specifiche in base al tipo di funzione da insediare. Possono essere inglobati nelle aree urbane o localizzati all’esterno dei nuclei abitati, la caratteristica è comunque la giustapposizione e l’assenza di relazioni con il contesto urbano o ambientale in cui sono inseriti. Il margine è netto, i tessuti sono spesso recintati.

  • a) OUTLET DI BARBERINO
  • a1. Il morfotipo TPS.3 di Outlet Barberino è classificato “zona omogenea D” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.
  • a2. Sono consentite le seguenti destinazioni:
    • a) commerciale
    • b) direzionali e di servizio
  • a3. Negli edifici esistenti sono ammesse tutte le categorie d’intervento di cui agli articoli 26 e 27 delle presenti norme ad esclusione degli interventi di TIPO H.
  • a4. Sono ammessi interventi di nuova edificazione nel rispetto dei seguenti parametri urbanistici:
    • - Nuova Superficie Edificabile (SE) = 3.000 mq
    • - Altezza Massima del fronte (Hmax) = 10 ml
    • - Distanza minima tra fabbricati = 10 ml
    • - Distanza minima dalle strade pubbliche = 10 ml
  • a5. L’intervento di nuova edificazione di completamento si attua mediante Piano Attuativo esteso all’intera area TPS.3.

  • b) APA BOUTURLIN DI BARBERINO
  • b1. Il morfotipo TPS.3 di APA Bouturlin è classificato “zona omogenea F” ai sensi dell’articolo 2 del DM 1444 del 02.04.1968.
  • b2. Sono consentite le seguenti destinazioni:
    • a) attrezzature di servizio pubbliche limitatamente ai servizi per l’assistenza sanitaria e ai servizi sociali e ricreativi
    • b) direzionali e di servizio
  • b3. Nel presente morfotipo sono ammessi i seguenti interventi edilizi:
    • - tutti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente fino al TIPO I di cui al precedente articolo 26;
    • - ampliamento della SU (superficie utile) fino ad un massimo del 20% della Superficie Edificata (SE) esistente alla data di adozione del Piano Operativo, da attuarsi anche nelle aree di pertinenza e nel rispetto delle distanze minime e delle altezze esistenti.
    • - nuova edificazione pari a 520 mq di SE, SC (superficie coperta) non superiore a 260 mq e HF (altezza del fronte) non superiore a 2 piani, da realizzarsi nell’area catastalmente individuata nel foglio 80 particella 714.
  • b4. Nel presente tessuto TPS.3 le previsioni del Piano Operativo si attuano mediante intervento diretto. Per gli interventi di TIPO G, di cui al precedente articolo 26, è prevista la redazione di uno specifico piano di recupero.

42.12. Interventi convenzionati e/o in fase di realizzazione – STC

1. Sono aree soggette a piani attuativi o a interventi diretti convenzionati, per le quali sono ancora vigenti le convenzioni stipulate.

2. In queste aree si attuano gli interventi previsti all’interno del piano attuativo o del progetto convenzionato con le modalità previste dalla convenzione, fino alla scadenza dei detti strumenti.

3. Nel periodo di efficacia del piano attuativo o della convenzione sono ammesse varianti, purché non in contrasto con la disciplina delle presenti norme.

4. A seguito della completa attuazione e correlate attestazioni di abitabilità/agibilità, e verifica della regolare esecuzione delle opere infrastrutturali  previste le aree in oggetto assumeranno implicitamente il tessuto TR.4 per i piani e gli interventi a prevalente destinazione residenziale e TPS.2 per quelli a prevalente destinazione produttiva.

Ultima modifica
Lunedì, 20 Maggio, 2024 - 12:40